L’artista guarda la vita con altri occhi.

Cambia la realtà, la stravolge.

Rende irrazionale tutto ciò che è fin troppo razionale. 

Nelle mani il colore, l’impasto, è un odore piacevole tra le dita, pigmenti nelle unghie.

Non si toglie facilmente, rimane in quella pelle il giallo, il blu, il rosso. 

La sicurezza che ha nell’affrontare ogni tipo di tecnica o rappresentazione, è potente.

Grande entusiasmo, una forte energia, quando prepara la sua tela, il pennello batte sul cotone e si sente come un suono; è tutto così piacevole, senza tempo, senza limiti.

Creare dona gioia, poter dipingere, disegnare, modellare, rende liberi, fuori dagli schemi.

L’arte fa la differenza, è unicità.


Il viaggio.


La stazione di un piccolo paese della Sicilia. Il caldo torrido, la terra rossa.
Eri persa.
Eppure ti mancava.
Comprendevi, ma senza il suono della sua voce era difficile.
Ripetevi a te stessa che saresti stata in grado di farcela.
Ti trovavi in una stazione ferroviaria deserta, l'aria era calda, sentivi il vento, ma sembrava l’aria di un fono per capelli.
C'eri tu e in fondo alla banchina un anziano signore che accennava delle parole, si raccomandava di fare attenzione.
Il treno avrebbe potuto travolgerti passando.
Lo guardavi in maniera interrogativa.
In realtà tu dovevi salirci su quel treno, per andare lontano, perché quella era la tua scelta, era ciò che volevi fare.
L'anziano signore continuava a chiamarti "signorina!".
Ma tu, senza indugiare sei salita su quel treno, rischiando tutto.


Adoro scrivere, lo trovo soddisfacente e liberatorio.

Sono qui, davanti al monitor di un computer ormai vecchio per una tecnologia che si fa sempre più accattivante ed innovativa.

Scrivere è come cantare, dare voce a delle parole mute, senza suono, ma se vengono accennate si fa tutto più insolito e magico.

Penso a ciò che vorrei comunicare, ma soggiorno in una società dove la comunicazione, tante volte, resta ferma, intrappolata nell'alone grigio di una caotica vita.

Esco, con la mente piena di progetti e impegni, in una giornata tra sole e nuvole, continuo ad imbattermi nella frustrazione quotidiana della gente e mi fermo, rifletto, ponendomi molte domande che non trovano risposta.

Donne e uomini, innestati tra il nero e il rosso di fiamme ardenti, urlano di dolore, la loro essenza già stanca.

Esseri sociali imperfetti, non destinati a vivere in solitudine.

In questo corpo preso in prestito, mi prendo cura.


Roma, 6 luglio 2013, 03:30 

 

Il tuo giorno,  il nostro giorno.   

Ventiquattro ore di stravolgente e infinita sofferenza.                   

Quelle ore piene di bellezza, amore, speranza, calma e paura.

I miei battiti con i tuoi, uniti, per poi staccarsi e ritrovarsi.                

La nostra storia ha scaturito dentro me un forte cambiamento, ma nonostante tutto, devo imparare ancora molte cose da questo mondo.          

Mi auguro di crescere sempre in meglio, per dare a te tutto il bene del mondo.

Oggi è la tua festa, la nostra festa...                                     

Noi, sempre e per sempre.

Tantissimi auguri mia vita. 


Arte, un dono innato...

 

Nelle mie mani c'è Dio.

Il Dio supremo.

Il Dio di tutti.

Il Dio di tutte le religioni, di tutti i paesi del mondo.

Il Dio di tutti i colori.

Nella mia mente c'è Dio.

Qualcosa di assolutamente grande.

Custodisco il mio bene più prezioso.


 

Camminiamo verso luoghi che già conosciamo,

increduli per ciò che sta accadendo alla nostra anima,

ferita, cerca di liberarsi di un feticcio primitivo,

fanatico nella sua essenza.

Non trovo espressione più adatta per descrivere la crudeltà di coloro che generano sofferenza.

Corro su una grande autostrada deserta, ma dall'altra parte, per chi va a Nord, è piena di autoveicoli, sono in fila, quasi fermi.

Continuo a correre verso Est.

Mi bruciano i piedi e sento un formicolio ai muscoli delle gambe, nonostante la fatica, continuo a correre.

A metà strada faccio un incontro, è un corridore esperto, ci incrociamo gli sguardi compiaciuti, ci sorridiamo come a dire: "Dai forza! Ce la possiamo fare!...”

Poco dopo mi fermo davanti a un casale, sembra vuoto e tutto da riempire.

Penso a come vorrei adornarlo con fiori senza tempo...

 

Gli occhi si aprono, è un altro giorno.

 


In quel mondo tutto si vede

si immagina

si decide

si sogna

domina il potere dell’arte

grandissimo

travolgente

energia pervadente

è una donna

spettatore

lettore

con una limitazione mentale

che domina più della facoltà

affascinante

di lei

 

ARTE


Hai lasciato un grande vuoto

Non riesco ad alzarmi

Insegnami a camminare

Non riesco a muovermi

Bloccata nella fantasia della paura

Non devo aver paura

L’uomo nero mi ha rubato la felicità

La nostra poteva essere perfetta

Io e te, la mamma e la sorellona

Saremmo stati bellissimi tutti insieme

Ma il futuro che cos’è?

Desidero serenità

Ti sento

Sei qui con me

Ascoltami

Verrò anch’io lassù prima o poi

Aspettami

Prenota il posto

Non vorrei rimanere fuori dall’infinito spazio bianco

Le sirene sono lontane

Ma le sento

Ricordo

Anch’io ricordo quel brutto giorno

Lo sento dentro

Ti stimo

Il mio uomo dal grande coraggio

Perché è solo di coraggio che si tratta

Non è pazzia

Chi l’ha detto?

Chi è stato?

Il fulmine è arrivato a tutti loro

Resta sempre con me

Perdonami per i miei errori

Chiedo venia

Chissà cosa stai leggendo

La tua cultura è avanzata

Uomo d’intelletto

Hai dato vita, con la grande donna, a delle principesse

Le vostre

Voleremo insieme

 

Promesso


La notte la prende, la cura, la veste di una bellezza estasiante

 

È tanto, è troppo.

 

Scappano da lei, nel mondo finto, dove tutto appare...tutto si recita...

 

 

Nell'hic et nunc tu sei li, fermo, nella fragilità della tua condizione finita...


Il vento mi porta via da qui...

 

Attendo lui, il mondo umano.

 

Gli organi di senso pervadono il suo soffio.

 

 

Il tempo scorre, ma questa volta fa fatica, legge nei nostri occhi, non può accelerare, è così grande, infinito e potente...


Lungo il viale infinito 

 

Tra i monti e il colle della felicità

 

Cielo bianco puro

 

Misconosce la potenza

 

Continuamente

 

Ripetutamente

 

Fragile ma grande

 

Il fiore candido e profumato


Cade come lei...

 

Passeggia sotto la pioggia, con il suo ombrello blu sgualcito che a stento si tiene aperto.

Fissa le gocce che cadono su di lei, nella speranza che possano pulire il nero di cui si è sporcata.

Riflessiva, cammina lungo il marciapiede di Piazza Augusto Imperatore, aspettando il suo bus.

Intorno a lei il traffico di una grande città che si fa più intenso, quando tutto si bagna, come se nessuno sapesse più guidare.

Piccola nella sua grandezza pensa a ciò che è…

La sua mente sempre in funzione, non si ferma, è un continuo rumore...

Ora è stanca, si arresta, bloccata nell’immensità che la circonda, vuole aspettare, ancora un po’.


Mi piace il sole, il giorno, la mattina.

Mi piace l'odore della pioggia.

Mi piace la natura.

Mi piace camminare.

Mi piace l'acqua naturale.

Mi piace mangiare.

Mi piace la buona cucina.

Mi piace il caffè al mattino.

Mi piace il caffè la sera, solo prima delle bollicine.

Mi piace la birra amara.

Mi piace il vino rosso.

Mi piacciono gli animali, in particolare i delfini.

Mi piace la mia Roma.

Mi piacciono le mie origini.

Mi piace la mia Italia.

Mi piace l'arte e la cultura.

Mi piace la musica.

Mi piace cantare.

Mi piace il suono del violino.

Mi piace la semplicità.

Mi piace il rispetto.

Mi piace la pace.

Mi piace il bene.

 

Mi piace...


Il muro di Berlino

 

Rumore di carta sgualcita.

Rumore di voci.

Rumore di chi sa, di chi attende.

Forti odori attraversano i mattoni.

Solo, lui, su quel muro aspetta il suono...di libertà.


Sono distesa sull’asfalto, mi trovo all’incrocio di una grande strada.

Le gambe sono bloccate, non riesco a parlare, vorrei urlare ma la voce è finita, non escono suoni dalla mia bocca.

Il fiato è corto, mi sento affaticata, non riesco ad attraversare.

Provo a strisciare, facendo leva sulle braccia, ma sono invasa da una forte disperazione.

Il dolore è sempre più intenso, il mio sangue urla.

Vedo una luce dall’altra parte della strada, è lontana, ma molto luminosa.

La mia fede, non mi ha mai abbandonata.


Ti ricordi quel profumo?

Il profumo della sua pelle, i suoi capelli, profumava completamente.

Sapeva di primule e rose.

Odorava di buono, persino nel suo interno.

Particelle di lavanda e fiori selvatici, era così piacevole, anche solo stargli accanto.

Era da prender cura, come il fiore di cui emanava l’odore.

 

Un fiore da proteggere e non calpestare mai.


Si emoziona?

 

Molto spesso.

 

E in quale circostanza?

 

In molte.

 

Ovvero?

 

Ogni volta che sono davanti a un’opera d’arte, mi emoziono continuamente, quando ascolto la musica gradevole o una canzone; mi emoziono ogni giorno, quando tiro su la serranda al mattino e vedo sorgere il sole, quando sento l’aria e il vento, sono grata alla vita.

Mi emoziono per le cose belle, per quelle che hanno un valore, un senso.

Sono anche molto malinconica purtroppo.

 

Perché “purtroppo”? Non è mica brutto essere malinconici.

 

A me, a volte, mi butta giù.

 

Che cosa?

 

La malinconia. E vado in out, mi chiudo in me stessa.

 

E lei quale sceglie di essere?

 

Che intende?

 

Sceglie di essere quella malinconica romantica, dolce, bella, oppure quella che si chiude in se stessa?

 

 


È un dolore che non ha misura, lacera la pelle.
Ogni sua parola affonda, cado giù.
Sento un vuoto al centro del corpo, gli organi bruciano, è una disperazione senza limiti.
La sofferenza avvolge tutto.
Sono lì, ancora nel tunnel, la luce è lontana.
Ha preso tutto, ha portato via la certezza, unica e sola, la ragione di vita, il senso di ogni respiro.
Ha strappato il cuore, calpestato ripetutamente.
Ha tolto la dignità, i valori, i sacrifici di una vita, la gioia, la giovinezza, la spensieratezza di anni che non tornano più.
Dagli occhi scende oceano.
Il dolore è forte, pressa.
Prego il Signore in ogni istante, lui, il solo che può perdonare...

Ricordava il vento sulla pelle, il calore del sole, l'odore della pioggia.

Ricordava il tempo che passava, i suoi capelli color castagna diventare come la neve.

 

Ricordava il mare, l'orizzonte, sentiva i suoni, le piaceva stare lì, ferma, respirava il profumo.

 

Ricordava quell'amore, gli stati d'animo, le mille sfaccettature, quell'amore infantile, quell'amore maturo, quell'amore lacerante, quell'amore delicato e sereno. 

 

 

Amava, più di ogni altra cosa al mondo, amava, senza volere nulla, senza pretese, era lì.

Amava vivere.

 

Ricordava di essersi svegliata nel momento in cui, arrivò il dolore.

Straziante, quel dolore che fa male, una sofferenza tale da sentirsi tagliata dentro, spezzata, torturata.

Fu quel dolore, quel buio così profondo...che le permise di provare, di tenersi ancora in piedi, perlomeno tentare di essere viva...


Mi dicevano che non era il posto per me, forse non si sbagliavano.

La verità è che non sapevo cosa fare, dove andare.

Cambiare?

Mi faceva troppa paura, il solo pensiero di cambiare, di nuovo, non mi faceva respirare.

La gola si stringeva, sentivo freddo.

Mi sentivo come un tempo, sperduta e triste.

Un errore, era un enorme sbaglio, diventava orribile, da una parola detta male, se ne creavano migliaia.

Era ogni giorno un continuo esame, dove niente ti veniva regalato, ed anche se davo mille, non era mai abbastanza.

 

Ogni mattina, guardavo il sorgere del sole, ripetevo a me stessa che non era il paradiso, ma in ogni caso ero grata alla vita…

L'arte mi aiutava sempre, ad elevarmi nell'interno, nel cuore...


Un nuovo giorno, un nuovo inizio, 24 febbraio 2023.

Mettevo fine ad un inferno durato 3 anni.

Gli anni più lunghi della mia vita.

Nei giorni successivi mi svegliavo ancora con il terrore di dover affrontare quel posto oscuro, dove c’era un’aria densa, tutto si ricopriva di grigio.

Niente era bello lì, in quel luogo pieno di male.

Lo chiamavo " L’Inferno di Dante " ben descritto nella famosa Divina Commedia.

Non avrei mai immaginato di dover affrontare tanto dolore, eppure la luce finalmente c’era, ero uscita da quel tunnel profondo e buio.

Avevo perso gli anni più belli, la gioia di viverli, la serenità di andare incontro alla vita e alla mia stella più bella, strappata via dalle braccia.

Mi sono chiesta continuamente “ perché ” , ma la verità unica e assoluta, prima o poi esce sempre.

Avevo capito sulla mia pelle che bisognava fare attenzione, a chi aprivo le porte del cuore, le porte di casa, della famiglia, dove risiedeva tutto…

Non mi perdonavo per aver fatto avvicinare l'oscurità nella mia luce brillante, ma non auguravo male, credevo che l’indifferenza faceva morire anche i mostri, i maledetti.

La giustizia terrena a volte svolgeva il suo corso, altre volte no, ma finalmente potevo dimostrare la verità, perché le menzogne, le calunnie non portavano da nessuna parte, soprattutto da nessun desiderio.

In ogni caso credevo nel tribunale del mondo parallelo, quello di luce e vita eterna, dove non si poteva fuggire, la giustizia Divina…

 

Vivevo, i miei battiti li sentivo ancora, nonostante la caduta nelle mani del male.

Provavo un profondo dolore...di una ferita che non poteva rimarginare.

Lui che mai mi aveva abbandonata...Cristo nel cuore e una costante fede.


La menzogna, l'inganno, la superficialità, l'immaturità.

Era caduta, di nuovo, ancora una volta, inciampata nella finzione, convinta di vivere la storia più bella d'amore.

In realtà una recitazione.

Lei credeva che le persone non erano così orribili, pensava che c'era sempre qualcosa di buono in ogni essere umano.

Eppure la realtà era diversa, era cruda, ma vera...

6 mesi intensi, di cuori, risate, famiglie, amici e litigi inutili.

L'avevano cambiata per sempre.

Lei non era più la stessa, perché ogni fine...per chi ha profondità interiore, lascia differente, modifica, rende consapevole.

Non poteva perdonare nemmeno con il tempo, perché la farsa era stata così intensa...da causare la distruzione interiore di ogni sentimento.

Era imperdonabile l'atto di voler coinvolgere la prole, così bella, amorevole e pura, a due giorni e mezzo dalla fine...inspiegabile ma vero.

Giocare con i sentimenti...un atto orribile, farlo con i sentimenti dei bambini...ancor più grave e pericoloso.


Pur di omettere,

Pur di uscire puliti dalle situazioni,

Create per volontà propria...

Con la convinzione, il sentimento dichiarato e dimostrato fino al giorno stesso della parola fine, con il coinvolgimento di esseri puri...

Si tende a sputare, a non vedere il cambiamento costruttivo, ma bensì a vedere e parlare male, pur di mettere un punto a qualcosa che ci va stretto perché non possiamo più recitare, sparliamo.

Alla domanda che in 100 chiedono "perché" la risposta è solo una...

 

La verità è una.


Sentivo uno strano dolore.

 

Era diverso dalle volte precedenti, erano diversi i miei anni. 

 

Ero diventata grande.

 

Ero una donna, non più una bambina.

 

Non riuscivo a digerire quell'ulteriore sofferenza, non comprendevo in alcun modo l'inganno, quella recitazione andata avanti per mesi.

 

Non dimenticavo.

 

Non avrei mai potuto farlo.

 

Moriva così la mia illusione durata per tempo.

 

Buttai i particolari che potevano ricondurmi in ogni luogo dove avevo donato amore.

 

Tolsi ogni cosa e resi fantasma tutto ciò che fino all'attimo prima era terreno.



06/07/2013

 

 

 

 

10 anni di amore...

Sono stati anni intensi, ho provato un'infinità di emozioni, ma alla base di tutto il mio amore...senza misura...per te...

Niente e nessuno può essere di più, tu e solo tu...figlio mio.

Mi dai tanto...ogni giorno che scorre.

A volte ti vorrei più grato, non è facile educare e crescere un figlio, farò di tutto per insegnarti il dritto cammino, portando con te...Cristo nel cuore. 

Ti amo, sempre e per sempre, la tua mamma. 


Tieni la sua mano e non lasciarla più.

Stringila forte da poter sentire ogni vostra emozione.


Leggimi ogni volta che vorrai.

Leggimi ogni volta che sentirai il bisogno di avermi con te.

Queste scritture sono per pochi, per chi ha profondità...per chi ha quel minimo di coscienza per definirsi umano.

Resta con me finché tu vorrai.

Le parole sono forti, soprattutto se vengono scritte, sono dirette e arrivano proprio dove devono. 

 

Amati...non dimenticarlo mai...


"Quando non ci sarò più, mi piace pensare che chi rimarrà...potrà leggermi, potrà ancora essere con me".

 

Fin da bambina ero una sognatrice.

Da adulta smisi di essere su un nuvola fluttuante, non potevo più credere nelle favole, dovevo alzarmi, camminare, correre, guardare avanti...

Il passato mi faceva uno strano effetto e se solo volgevo lo sguardo indietro...mi mancava l'aria e tutto intorno a me diventava soffocante.

Dovevo vedere la realtà per quello che era, capire che le persone non potevano cambiare, ma erano solo ciò che volevano essere...


Ci sono esseri confusi, tristi, contraddittori, malvagi, pronti ad usare e gettare.

 

Tu scappa, corri via, lontano più che puoi.

 

Non permettere di far entrare, di prenderti e stroppicciarti.

 

Amati, ma fallo al massimo.

 

Amati forte.

 

Tu, che hai il contenuto, tu che sei bella, ma tanto bella dentro...

 

Proteggi la tua essenza...


E tu cosa vuoi essere?

 

Vuoi essere una bambina?

 

Una ragazza?

 

Una donna?

 

Una mamma?

 

Incontrai la signora Tina per le scale del palazzo, con il suo modo cortese mi salutò, i suoi occhi brillavano.

Mi fece quelle domande piene di profondità, le sue parole così dirette e pulite.

Rimasi per 10 secondi sconcertata, mi bloccai e dopo le risposi.

 

Buongiorno signora Tina, la mia risposta non credo le piacerà.

 

Perché bella Biancaneve?

 

Perché sono tutte e 4 quelle parole.

 

Allora sii libera di essere le 4 parole...

 


Miliardi di colori.

Miliardi di odori, di profumi, di luoghi.

Dipingo ogni frammento, ogni dettaglio. 

Dipingo i ricordi, la felicità e la tristezza.

Dipingo ogni parte di me, sono nella tela... in ogni pigmento.


Resto li...


...che dal buio si possa vedere poi...una luce accecante, è cosa certa.

Ma ora fa freddo qui...

Scattami una foto, ferma tutto.

 

E nel mirino la giovinezza, le impressioni, le emozioni.

 

Tu sei qui ora...e per sempre...rimarrai così.


Quando pensi di aver visto tutto, eppure al peggio non c'è mai fine.
Se qualcuno sceglie, decide di usurpare la tua essenza, sei tu a permetterlo.
Dopo un continuo diniego, senti il cuore calpestato e pensi di poter usare parole sgradevoli, credi sia il minimo che si possa fare; ma non sei nessuno per poter giudicare le scelte altrui.
Per ogni uomo, mezzo uomo, ominide, l'augurio è solo un quantitativo di pace interna.
E tu corri, lontano, lontanissimo da quel buio.


"Ti voglio bene"

 

Ha una valenza infinita questa frase.

 

Non si può dire "ti voglio bene" a chi ti fa del male, magari non direttamente, ma lo fa. 

 

Pesare le parole.

Questo si impara, col tempo, con le delusioni.

 

Parlare di amicizia è molto distante, non bisogna confondere.

 

L'amicizia è una cosa seria, perciò non può sussistere amicizia laddove presiede la falsità.

 

Fare l'amichevole non ha senso quando giochi alle spalle delle persone con i sotterfugi.

 

Non ha logicità coprire o camuffare, non dimentichiamo che siamo liberi, ognuno di noi lo è.

 

A questa età non si può sbagliare (?) si, forse è vero, ma se dagli ultimi errori si comprende, ci si attiva per allontanare tutto ciò che siamo stati...prima di ogni diniego, è davvero una salvezza...


Cumuli di nuvole, un cielo azzurro brillante, la luce illumina le foglie dei folti alberi, disposti sui grandi campi verdeggianti.

Il sole mi riscalda le gambe, le accarezzo, sento la pelle secca, arida come un deserto, in direzione delle caviglie e morbida dove si può trovare sostanza.

L'aria è leggera, volano libellule e farfalle, sembra tutto in armonia.

Tranne me.

Mi sciolgo i capelli, mi tolgo i sandali ed inzio a camminare a piedi nudi su quell'erba verde e umida.

Sembra un paradiso.

C'è un odore buono qui, il mio profumo si confonde con quello dei fiori appena sbocciati.

Scendo lungo il colle, incontro piccole e grandi pietre e poi il suono dell'acqua.

Provo a tuffarmi nella cascata del fiumiciattolo circostante, acqua freddissima e pura scende dalla montagna.

Chiudo gli occhi e giù...

Un bagno purificatore. 


Le rivoluzioni più grandi...si fanno in silenzio.

 

Non sei online.

 

Sei altrove.

 

Sei a contatto con la natura.

 

Mangi sano.

 

Vivi davvero.

 

Dai priorità a ciò che tieni, a ciò che conta realmente.

 

Non cerchi, non aspetti, non lo fai più. 

 

Chi c'è, chi ti vuole veramente, è con te.


Ognuno è causa del suo mal.

 

Ma non ci si sbaglia mai sulle impressioni, ti faranno passare per pazzo/a, ma la verità la centri sempre se la vuoi davvero vedere...


Corri via.

 

Volevo altro.

 

Scappare.

 

Fuggire via, lontano, in un posto diverso, nuovo, dove non potevo più vedere, incontrare, capire.

 

Mi consolava l'idea che era tutto come avevo visto e sentito, perciò non era più invenzione, ma realtà...vera e propria.

 

L'arte mi attendeva, dovevo credere nel mio sogno.


Tu e quel verde...

 

Parli con lo sguardo basso, ma se poi ci incrociamo...facciamo un casino.

 

Tu, lo sai meglio di me, meglio di chiunque altro...

 

La bellezza che non ha tempo. 

 

Tu, se solo volessi...


Non può piacerti tutto.

 

Scegli.

 

Fai la scelta anche se pensi di non farla.

 

Bla bla bla bla.

 

Troppe parole.

 

Le azzero.

 

Non parlo più. 

 

Ma non posso negarmi la libertà di scrivere.

 

Ci piacciamo, ma non possiamo piacerci.

 

Lo snatch è lontano da me.

 

Resta li...

 

Blocca tutto.


Decideva lei, come e quando.

 

Non la feriva più nulla. 

 

L'aveva resa il mostro o la principessa che voleva essere.

 

Era lì, ma voleva essere altrove, il più lontano possibile...

 

Senza tempo...infinitamente oltre...


Suonavi le note di Lucio con la tua bella chitarra.

 

Conoscevi la musica e gli strumenti.

 

La cultura era il tuo pane.

 

Di te conosco ciò che resta...in questa casa, dentro me e il mio stesso sangue.

 

Di te conosco i racconti del tuo amore, dei parenti e in particolare...dei tuoi amici di sempre.

 

 

A te, che possa arrivare il mio pensiero più dolce.

 

 

Papà...


Era così bello che lo vedevo anche al buio.

 

Mi piaceva la sua voce, una di quelle voci con un senso.

 

Bello, ma rimaneva li.

 

Non poteva essere altro.

 

Con estrema tristezza ci pensavo, perché non potevo vivere nulla più di un caffè.


Lasciami correre.

 

Lasciami respirare.

 

Sono davanti questo grande prato verde, c'è un'aria fresca qui.

 

Ora posso essere viva.

 

Ora posso vivere davvero.


Chissà chi ami tu, così apparentemente diverso, ti accarezzi il viso e accendi la tua sigaretta, quella li che credi faccia meno male delle altre...strane convinzioni, un po' come per le persone.

 

Ti affacci sul tuo balcone, nel pieno della Nuova Delhi...forti odori di cibo, motori e chiacchiere.

 

E tu sei lì...


Ti voglio bene. 

 

Lo leggo nei tuoi occhi e nei miei.

 

Tengo i ricordi più belli...con amarezza quelli più spiacevoli...

 

Ricorda il mio bene per te.

 

Ho versato tante lacrime per questo posto che ora non è più mio.

 

Quelle stesse lacrime che mi hanno lacerato il cuore, precedentemente, da un male acuto...

 

Sparire sia...


Le Quattro Stagioni di Vivaldi: l'Estate.

 

Era la mia musica, quella che mi accompagnava da sempre.

Una bambina innamorata per gli strumenti ad arco.

Insieme alle note vivaldiane mi nascondevo nell'angolo della cameretta verde, grandi specchi riflettevano l'immagine di una piccola me piena di stupore nell'ascoltare tanta delicatezza.

Difendevo quella musica, quell'emozione, quella bellezza li...

 

La mia vita era come quelle note nel concerto dell'Estate di Vivaldi, una corsa contro il tempo, un fermarsi e riprendere a passo svelto, sveltissimo.

Una progressione emozionale impetuosa...


Giorni tanto giovani.

 

 

 

Mi ricordi i miei anni da bambina, quegli anni pieni di stupore, di gioia, mentre tornavamo dalla scuola a casa, sembrava infinito quello stradone...lo percorrevamo insieme ai compagni di classe, che poi erano gli amici della comitiva, quelli del calcetto, degli spogliatoi pieni di sudore e ormoni giovanissimi.

Ricordo il tuo caschetto biondo luminoso, il tuo sguardo timido e bello, la cartella che portavi solo su una spalla, il tuo modo di camminare composto e mai ineducato.

 

 

Mi mancano quei giorni li...


Leggi il tuo libro, quello migliore, il più coinvolgente.

 

Ti sdrai sull'amaca al sole, stretta tra le due querce imponenti che ti vogliono parlare...solo di cose belle.

Gli occhiali scuri, grandi da coprirti quasi tutto il viso, sospiri durante la lettura poiché sei immersa in quel testo e tanto ti ritrovi in quelle parole, persino la punteggiatura è la stessa che accompagna la tua vita...

 

Nel mentre, pensi al suo respiro che si fa intenso quando prende sonno, accompagnato sempre da una delicatezza sconosciuta.


Vorrei tornare su quella panchina di marmo addossata all'enorme portone, sotto la maestosa volta piena di decorazioni ed ornamenti di grande importanza.

 

Vorrei tornare lì...con lo stesso entusiasmo...e osservare tanta bellezza...davanti la Fontana delle Rane.

 

C'era un'aria bellissima quella sera, in quel quartiere, dove in ogni punto esiste arte...


Oggi...

 

Come potresti essere tu.

 

In quest'epoca assurda come ti troveresti, cosa faresti.

 

Quanti libri saresti arrivato a leggere.

 

I tuoi occhiali quali sarebbero oggi.

 

Le tue rughe, quelle che non sei riuscito a far nascere...

 

Manchi da sempre, in ogni istante, ti cerco ovunque.

 

Sei nell'aria, nel sole, nella pioggia, nel fulmine tra le nuvole, tra stelle.

 

Sei la mia stella.

 

Tu...


Brutto fuori, ma bello dentro.

 

Lo chiamavo così, il palazzo in cui vivevo, perché non si presentava come un'abitazione "bella da vedere".

 

Era una struttura a torre, a tinta unita, composta da quaranta appartamenti, con tantissime finestre da un lato (quello più esposto e visibile) sembrava un alverare o una scatola di fiammiferi; mentre dall'altro lato c'erano dei balconcini che camuffavano le tante finestre (il lato che inevitabilmente preferivo).

La presenza di un grande cortile lo rendeva ancora più particolare, era come avere un "asso nella manica" perché era insolito un cortile così grande in un quartiere pieno di palazzi senza spazi esterni (fatta eccezione per il comprensorio immobiliare vicinissimo al palazzone).

 

Ero cresciuta in quel luogo dove il tempo sembrava fermo dal 1948, il suo anno di nascita.

Si respirava un'aria prettamente popolare, fatta di semplicità, perlopiù genuina, ma anche impregnata di un'ignoranza senza limiti; era un luogo abitato da lavoratori onesti e alcuni personaggi particolari.

Nonostante il dualismo, ci stavo bene, bastava non dare troppa confidenza e rimanere con una base di educazione ferma.

 

Il terrazzone era la parte che mi piaceva più di ogni altra cosa, perché essendo un palazzo molto alto superava tutti gli altri edifici intorno, perciò riuscivo a vedere l'orizzonte, le grandi montagne in lontananza, i Monti Prenestini quelli più vicini.

 

Mi piaceva salire in terrazza perché mi isolavo, prendevo del tempo e spazio per me, fotografavo, dipingevo, scrivevo; c'era con me l'arte che mi accompagnava sempre, in ogni momento.

Era lì, il luogo dove coglievo i colori delle albe e dei tramonti che riportavo nelle mie tele.

 

Su quella terrazza c'erano stati i miei progetti, gli studi liceali e universitari, preparavo lì i miei esami più complessi; era stata anche la terrazza dei baci e pizzichi con il primo amore, quello meraviglioso, più puro.

 

Era il palazzone...brutto fuori, ma bello dentro...quel luogo che era casa...


Roma, 13 maggio 2020.



Questo fu il mio primo giorno di buio.

L'oscurità prese il mio cuore e lo calpestò a non finire, lo schiacciò con violenza per togliergli ogni battito di luce.

Da quel giorno caddi in un tunnel tenebroso, orribile, nero, profondo...dal quale ne uscii dopo tre lunghi anni come fossero infiniti...

Il male mi tolse la vita.

Lui, il male ramificato, mi aveva tolto tutto in un secondo.
Il suono del campanello alla porta d'ingresso delle venti e trenta minuti...
mi disse: questa è la tua fine.

Da quel din don si spense tutto.
Non c'era più felicità, non esisteva più spensieratezza.
Quel din don si portava via il mio unico senso di vita, il mio solo ed unico motivo di restare in Terra.

Fui una giovane donna sciocca, inconsapevole, leggera, superficiale per credere ad un apparente brava persona, un bravo uomo, ma in realtà era il diavolo, era lui il male che agiva, silenziosamente aveva creato un orribile film dell'orrore, alterando in maniera assurda la realtà dei fatti.
Nessuno avrebbe mai pensato a un maledetto così, un angelo caduto negli inferi, a vederlo tanto gentile, educato, bello, di una bellezza senza eguali; sembrava tutto come nel film "L'avvocato del diavolo" ma in maniera più articolata, molto più cattiva e radicata.

Vinse la verità, quella che mi chiedeva mio figlio disperatamente per lungo tempo, assieme al nostro dolore, risposi: "ha vinto la verità amore mio, ora possiamo vedere la luce".

Il male, la sua voce, le sue gesta, tutto di lui e della sua creazione malvagia, per me e il mio eterno amore, lasciarono una ferita inguaribile, un dolore infinito, imperdonabile...
Ero morta quel 13 maggio 2020, quel giorno andò via una ragazza/mamma e un bambino, non tornarono mai più...


"Se ti sapesse dicere"

 

Era il testo di una canzone che mi aveva colpito...

Cercai su google il titolo e mi misi a leggere quelle parole per me straniere; provai a tradurle e rimasi sorpresa per quanto mi appartenevano, mi lasciavano riflettere quelle strofe...con un senso di malinconia che non conosceva fine...

 

"Si sapisse quanta vote dint'a capa nu penziero e film ca se fa"

 

Come in questa frase io c'ero...ero li, nel mio film ormai muto...

 

Avrei voluto guardare quegli occhi pieni di espressività e prontamente ammettere l'errore, chiedere scusa per una modalità di interloquire lontana da me, ma che purtroppo mi aveva inghiottito nei turbamenti mentali.

 

Avrei voluto dimostrare la scusa e stare bene insieme.

 

Scrissi un punto, ma l'inchiostro era cancellabile.


Mi era rimasta una calza del Napoli che ancora non avevo aperto.

L'imballo conteneva un regalo mai consegnato, lo guardavo e mi dicevo: "E ora che vogliamo fare?"

La risposta era niente, non potevo più fare nulla.

 

Come aveva detto, tutto si era ripreso, eppure lo aveva detto che sarebbe andata così...

 

Il mio regalo riempito di gadget per andare allo stadio e tifare la squadra preferita, ed immaginavo quel visetto pieno di gioia nello scartare il mio pensiero per lui, quell'espressione di strizzare gli occhietti più volte, si placava in uno stato di serenità.

 

Mi era rimasto addosso un peso nello stomaco che solo il tempo poteva colmare.


Esperienze.

Ci sono le grandi esperienze, quelle mature, che ti fanno conoscere parti di te che non credevi di poter conoscere.

Ti affascina quella maturità, la desideri, la prendi, ne fai uso.

Poi c'è il tempo che ti sbatte in faccia la verità, la realtà che sai di non poter cambiare mai, perché è un dato di fatto, perché non si può fermare il tempo, non si può mettere fine alla differenza d'età, che non è solo un numero, ma è una differenza totalizzante, un dislivello di tutto, di vita, di pensiero, di intenzioni...completamente opposte.

E tu sei lì, con i piedi fermi e le gambe che ti tremano per la rabbia perché non puoi farci nulla, batti i pugni al tavolo, digrigni i denti e cerchi di fare in modo e maniera che le cose siano diverse, e allora riparti, cerchi a tutti i costi di volere ciò che non puoi cambiare.

C'è un solo giorno, in cui ti svegli, guardi fuori e il sole ti vuole dire qualcosa.

Ti rendi conto di esser scivolato in un diniego...senza fine...

Qualcuno ha usato la tua persona, il tuo tempo, approfittando del tuo cuore, usando ogni cosa a suo piacere, la tua bellezza, la tua giovinezza, il tuo sesso, la tua generosità, le tue vacanze, la tua gioia, il tuo gran cuore, la tua prole...

Ecco, capisci solo in quel momento che non puoi più permetterlo.

Chiudi ogni porta che tiene un legame con l'essere che ti ha letteralmente usato.

Non ricadere, te lo ripeti.

Te lo ripeti, ma il serpente è sempre pronto a insediarsi.


Ci incuriosiscono le novità.
 
Catturano la nostra attenzione dei tacchi a spillo o una giacca portata con un elangante sicurezza che emana virilità.
 
Ci incuriosisce quella donna o uomo apparentemente single o magari legati da sposalizio.
 
Ci incuriosisce la vanità.
 
Ci incuriosisce la maturità.
 
Restiamo affascinati dalla bellezza.
 
Onoriamo l'intelligenza.
 
Ci colpisce proprio qui, ciò che unisce un cervello a un bell'aspetto, ma ci fa paura.
Cosa rara, eppure esiste, da qualche parte nel mondo c'è...
 
Forse è così vicino a noi...ma non vediamo, siamo accecati dalla corsa ai social, alla storia whatsapp, al reel, al post muto o con voce.
 
Il telefono squilla è un messaggio e dobbiamo vedere, il telefono vibra è un messaggio che ora non possiamo vedere...
 
Sotterfugi o sincerità, cosa scegliamo noi.
Chi vogliamo essere noi.
Così piccoli in questo Universo...

La sua bellezza svanirà.

Il tempo porterà via tutto...

 

Oggi, con la giovinezza, la meraviglia della sua età, del suo aspetto, sceglie te.

Oggi, nella sicurezza e nell'insicurezza...sceglie te.

Sceglie te perché fai la differenza.

Sei la differenza.

 

Queste non sono solo parole, ma realtà, perché dentro se e con se, vuole te e nessun altro.

 

Prima di ogni cosa, ha accettato il tuo contorno, prezioso, bello, delicato, quel sorriso dolce e affettuoso, quegli occhi puri con gioia e sofferenza, da ricoprire d'amore e niente più.

 

Ha chiesto all'Universo di voler incontrare due esseri umani simili a loro...vi ha chiamato, e anche se non sa quanto, come e quando evolverà, se evolverà tutto questo, ma in cuor suo riconosce che è un bene vero, sincero, è un puro sorriso...al cuore.

 

Tu, così inaspettato, improvvisamente, in quel grande salone, pieno di confusione, tra gli schiamazzi di numerosi bambini, ha incrociato il tuo sguardo...con qualcosa da raccontare...

Vi siete incontrati con il cuore stropicciato, malfidato e ferito, ma con gentilezza hai bussato alla sua porta.

Ti ha lasciato entrare, non subito.

Un giorno, in un particolare momento...ha iniziato a fidarsi di te.

 

Lei ha commesso un errore, lo ha ripetuto due volte, in due modalità diverse, molto spiacevoli; ha catapultato la rabbia repressa del suo vissuto, ha sputato l'esasperazione del suo passato, a te, che non c'entravi nulla, a te che non meritavi il brutto.

Con consapevolezza riconosce di aver sbagliato, seppur con pentimento e profonda amarezza, seppur con scuse piene di bene, niente è arrivato (?) ...

Si è esposta verso te, continuamente, in ogni particolare...eppur non basta (?) ...


Il silenzio potrà rispondere...

 

...

 

 

...


Si può parlar d'amore?

 

 

 

Spiegare che cos'è l'amore?

Cosa è, come si prova, si riesce a distinguerlo da una forte emozione?

 

Sono secoli di scritture, dall'antichità fino ad oggi, si parla di amore forse da sempre.

 

Sono stati eseguiti studi, ricerche, dimostrazioni, eppure c'è chi ancora non sa cosa sia, non lo prova, lo confonde, lo nasconde, lo omette.

 

Amore, amare, amarsi, amati, amiamoci.

 

Senti di amarti tanto da poter dare, senza nulla in cambio, senza interesse o strani riscontri, vuoi donare senza avere, senti la gioia che non ha eguali. 

Vorresti quel profumo addosso, ma che ti accompagni per la vita, lo scegli...ma in realtà è lui che ti sceglie: l'amore.

Quel profumo lo avverti come un odore famigliare, desideri che sia il buongiorno del mattino...il bacio della sera...

 

 

Amore è...

 

 

È restare accanto pur con mille difficoltà, rimanere nell'unione in assenza di salute, cercare di migliorarsi restando insieme.

Sinergicamente. 

 

 

Amore è...

 

 

Rispetto.

Rispettarsi nella mente, nel corpo e nel cuore.

Non calpestarsi in nessun modo.

Se si avverte diniego non è amore.

Se c'è tradimento, anche mentale, non è amore.

Non possiamo amare se desideriamo altro, non è amore se non si è felici nel cuore.

 

 

Amore è...

 

 

Prendere tutto, salute e malattia, esserci ed essere.

 

Compensazione, quel settanta e trenta...per fare cento...

 

 

Amore è...

 

 

Serenità, quel benessere senza pretese, senza obblighi.

 

 

Amami come sono, migliorami laddove non arrivo.

Stringimi tra le braccia e non lasciarmi andar via. 

 

Senti questo abbraccio (?) ...

 

...

 

...

 


F - Pronto mamma?

M - Dove sei?

F - Sono con papà, l'ho accompagnato a fare una visita ed ora siamo da Paolo al bar.

M - Ma sai che ci faccio qui?

F - Si, mamma. Hai avuto uno scompenso cardiaco, ed ora ti stanno controllando.

M - Che ho avuto?

F - Mamma sei stata poco bene ed ora ti stanno visitando.

M - Va bene, ma papà? Posso parlarci?

F - Certo, ora te lo passo.

P - Ciao amore, ti voglio bene. Ti voglio tanto bene. Ci  vediamo presto. Ora ti ripasso tuo figlio.

F - Mamma ora stai tranquilla, riposa e attieniti a ciò che ti dicono i medici. Verrò a trovarti domani.

M - Quando?

F - Domani mamma. Ciao un bacio.

 

 

... 

 

 

...

 


F - Aspetta papà, ti faccio una foto. Così domani la faccio vedere a mamma.

P - Ma non sono sistemato.

F - Non preoccuparti, sei perfetto...


"E se chiudo gli occhi immagino..."

 

Ho lasciato andare quel mare, il blu profondo, il suo azzurro intenso, quella costa, in ogni particolare unica.

E se chiudo gli occhi immagino di essere lì...

...in quel luogo pieno di colori, di profumi, di gioia.

...in quella canoa con l'incapacità di afferrare i remi e andare in sincronia, per poi ridere senza fine.

...tornare dal mare e fare l'amore nella piccola casa di cui mi parlavi, con il sale ancora sulla pelle, che appiccica, ma odora di buono.

E se chiudo gli occhi immagino di essere lì...

...la tavola imbandita, i sorrisi, la serenità travolgente, gli abbracci di coloro che increduli, non potevano sapere, lontano da loro, a duecento chilometri...si nascondeva un fiore, stropicciato ma vero...

 

Ho lasciato andare per accogliere il dolore, le lacrime oggi fanno male___


Ricorderò sempre i nostri sorrisi, le nostre confidenze piene di allegria.
Ci guardavamo e ci capivamo, mi dicevi che bastava uno sguardo per comunicare con me: "Francesca tu cucini come faccio io, ci capiamo senza parlare".

I tuoi capelli spogli, li pettinavo con tutta la cura che meritavi, la tua pelle si faceva secca giorno dopo giorno.

Il tuo corpo si stava spegnendo, ora dopo ora, una parte e poi un'altra, non rispondeva più nulla; ogni giorno, al mio arrivo, intorno alle otto e trenta, trovavo una situazione sempre peggiore del giorno precedente...

Mi occupavo di te pensando a tutta la cura, partendo dalla tua igiene, al cambio della biancheria, alla tua pelle che idratavo massaggiandola con l'olio di mandorle, il tuo preferito...

Eri sorridente, allegra, nonostante la stanchezza si faceva sempre più intensa, non ti mancava mai la battuta, eri una guerriera intraprendente e diretta nel comunicare ciò che pensavi.
Nella notte tra il 15 e il 16 febbraio il male arrivò avventato...mangiando ogni tua singola cellula, minuto dopo minuto, non ti fece più ragionare, fu doloroso, un dolore talmente acuto che solo la terapia poteva dar sollievo ai tuoi lamenti atroci.
Ti sei spenta la sera di venerdì 16 febbraio...hai lasciato questa Terra con tutta la tua delicatezza, con la tua intelligenza che non aveva eguali...senza dirti cosa ti stava capitando, senza aggiungere parole, nel silenzio dei nostri sguardi...avevi capito tutto...




Ciao Antonella....ci rincontremo...


La rabbia


Tendiamo ad avere rabbia quando scopriamo la delusione, il diniego, il sotterfugi, l'inganno, le bugie, il doppia faccia.

Nutriamo rabbia quando apriamo il cuore a qualcuno che mangia nel nostro stesso piatto, ma poi tristemente scopriamo che sputa dentro quel piatto...calpestando tutti i nostri valori, strappandoci il cuore dal petto...


Canalizziamo la rabbia, trasformiamola, concentriamoci sulle cose che davvero sono importanti...

Alla fine scopriremo che certe brutte cose accadute...le abbiamo permesse noi, abbiamo permesso al male di entrare nella nostra vita, nei nostri affetti più cari, perché ci ha trovati deboli e feriti, in un momento particolare della nostra vita, in un periodo critico...


Alziamo la guardia laddove occorre...

Non facciamo pagare alle persone che ci vogliono bene veramente...il male subito da altri...